Spero non dia fastidio se riuppo questo thread un po' vecchiotto, è solo per non creare un doppione e continuare una conversazione che potrebbe interessarvi.
Amo molto leggere e nel tempo che mi resta dalle letture obbligate - quelle cioè per fare la figa e/o sopravvivere nel competitivo mondo dei germanisti e degli slavisti e dire che sì, ho letto "I fratelli Karamazov" e pure "Il Faust", I e II parte
- mi dedico alla lettura di scrittori scandinavi e finlandesi - ammesso che la distinzione abbia effettivamente un senso, ho sentito che ci sono varie scuole di pensiero!
Marianne Fredriksson - di questa autrice ho letto
"Passato imperfetto", "Le figlie di Anna", "Simon". Probabilmente rientra in quella che viene etichettata come letteratura rosa, ma a mio avviso è un po' riduttivo, soprattutto se la paragono ad esempi italiani o americani (Sveva Casati Modignani e Danielle Steel, per intenderci...). La Fredriksson mi sembra di molto maggiore spessore, o forse è che non riesco ad essere imparziale quando c'è di mezzo il tocco svedese.
Selma Lagerlöf -
La Saga Di Gösta Berling. E' un grande classico, pubblicato nel 1891. Protagonisti sono i cavalieri di Ekeby, "gli allegri, gli spensierati, gli eternamente giovani", che insieme a una marea di altri personaggi e di episodi, ambientati nel Värmland, vi terranno compagnia per più di 500 pagine. Fra amori sfortunati, fughe, patti col diavolo, superstizioni e rituali magici, peccati ed espiazione, estati siccitose e inverni pieni zeppi di neve c'è tutto ciò che un amante del nord vuole trovare in una saga nordica, soprattutto quel rapporto quasi simbiotico con la natura, qui personalizzata e dotata di voce, che per molti di noi - immagino - sia un potente motore, solo dell'immaginazione o proprio delle scelte di vita.
Kajsa Ingemarsson -
Piccoli limoni gialli. Abbastanza semplice, l'ho trovato anche un po' insulso nonostante in Svezia sia un best seller. Ne prendo atto. L'autrice ci ha messo cinque anni per scriverlo, ma lo si legge in pochissimi giorni e non lascia molto a parte qualche ora di distrazione. Probabilmente per gli amanti di Stoccolma farà piacere ritrovarvi strade e luoghi frequentati.
Nota per noi lettori italiani: c'è quel tanto che basta di nostalgia struggente verso i paesi mediterranei e soprattutto l'Italia, ma che culmina al massimo in qualche canzone svedese dedicata all'Italia e nel colore dei limoni. Forse anche nell'olio al tartufo. Di contro il personaggio di Paolo, figlio di papà italiano e mamma svedese, è un gran figo e una persona molto matura e lavoratrice. Insomma siamo ben rappresentati!
Nella costosissima collana Iperborea - ma la rilegano in pelle umana per farla costare così? - ho preso qualcosa di Tove Jansson, Arto Paasilinna - Lo smemorato di Tapiola, che non ricordo più nei dettagli, so solo che mi piacque tantissimo.
Ho il brutto vizio di comprare troppi libri rispetto a quelli che riesco a leggere e così alcuni stanno sullo scaffale dal 2004.
Musica rock da Vittula - Premesso che con il suo libro successivo
Mikael Niemi ha rivelato un lato di sè che lo ha cacciato dal mio cuore. Premesso che l'ho letto troppi anni fa, quando avevo una vita diversa, e magari a rileggerlo adesso non mi piacerebbe più tanto. Fatte queste doverose premesse posso solo dire che è il libro che ha rischiato di farmi mollare tutto e inseguire i miei sogni, le mie inclinazioni più profonde.
Anni Sessanta a Pajala: un minuscolo - poco più di 3km quadrati - paesino che si trova al confine fra Svezia e Finlandia. E così la comunità è perfettamente bilingue, ma parlano svedese con un accento strano, per cui non sono considerati svedesi, e finlandese senza essere finlandesi. Viene raccontata l'amicizia di Matti e Niila, le loro avventure fra i 7 e i 15 anni d'età, l'incontro con la musica - "Rock 'n' roll music" dei Beatles ha sulle loro vite un effetto devastante-, le prime esperienze sessuali o assenza delle suddette, i rapporti con la famiglia, l'amore per questo posto che si dice sempre di voler lasciare, ma poi...
Ne hanno tratto un film, di cui Niemi è co-sceneggiatore. Ora, io non credo che sia un capolavoro, anzi, e data la natura episodica del libro hanno dovuto per forza scegliere solo alcuni temi ed escluderne altri altrettanto validi. Ma sono riuscita a procurarmelo dopo anni sono di ricerche - è disponibile solo in svedese e in tedesco - e saranno due settimane che me lo vedo a ripetizione. Ho imparato a dire "Perkele" e "Kippis", segno che è una visione di grande utilità anche linguistica.
Fra le pagine ho trovato un bocciolo essiccato di rosa, un segno che utilizzavo ai tempi per segnalare quando un libro mi aveva suonato il cuore come un basso a nove corde. Solo pochissimi libri hanno avuto questo trattamento...un po' perché sono rari...un po' perché il bocciolo di rose lo avevo preso da un mazzo che mi aveva regalato il mio ragazzo, poi dopo anni ci siamo lasciati e non avendo più fiori da far essiccare ho per forza di cose perso l'abitudine