Salve
Leggendo (in giro per internet)le storie degli italiani che hanno scelto di lavorare in Svezia(ma in generale all'estero) si nota che perloppiu' in esse si narra di individui con laurea a pieni voti,poi la specializzazione/master ,tutti super competenti ,iper specializzati e chi piu' ne ha piu' ne metta...
Ora il cosiddetto mondo civilizzato funziona cosi' * e tranne che per la breve trattazione a cui si rifa' l'asterisco non e' intenzione del sottoscritto aprire una disamina dello stile di vita moderno ed occidentale,mi chiedo comunque pero' che prospettive abbia in Svezia un diplomato,con un piccolo budget a sua disposizione,pronto ad imparare lo svedese per bene prima di partire, disposto a fare anche lavori manuali,bravo a cucinare e con esperienze nel campo lavorativo del turismo...
Sapete darmi BUON consiglio ?
Saluti
*funzia per modo di dire dato che poi basta una crisi,un soffio di vento e subito si vede la vera natura del sistema,un debole di sistema in cui molti hanno cercato di iperspecializzarsi come "biodroidi con la testata abbassata" incalzati da uno tsunami per arrivare ai "piani alti" per guadagnare molto ed essersi sgravati della bruttura di doversi confrontare quotidianamente con gli "elementi"divenendo invece nei fatti
afidi monofunzione imbrigliati ,al fianco delle malebolgie dei "servizi alla persona" che appaiono come funghi nei periodi di crisi(cioe' una meta' della popolazione lava le mutande per l'altra che gli progetta le case e gli appronta servizi informatici di ultima concezione)in uno spiraleggiante mercato dell'uomo in cui si diviene obsoleti ,se non si sta' attenti,in un paio d'anni od anche meno...
Notare poi che questo "girone dantesco" poggia sulle spalle di chi invece quotidianamente scava per trarre i combustibili dalla terra,costruisce i locali che poi saranno riempiti da quadrilaureati in scienze della comunicazione et similia,mette in essere gli impianti elettrici e del gas,guida mezzi per ore ed ore al giorno per far fluire le merci,costruisce e ripara macchine con cui si mandano avanti ospedali etc etc...
Forse sembrera' altisonante e fuori luogo questa mia esternazione ma cio' e' stata la naturale risposta al "tono",al "punto di vista" solitamente presente nei messaggi della maggioranza dei postatori di questi metaluoghi deputati allo scambio di idee inerente il lavorare all'estero:
ragazzi abbastanza giovani e fieri,anche giustamente dico io, del "pezzo di carta" conseguito e galvanizzati all'idea di esser dei super specializzati che si "muovono sbarazzini" in giro per l'Europa alla ricerca d'una prima attivita' lavorativa,si va bene ed e' pure giusto ma per tutti gli altri cosa c'e',il nulla ?
Fosse si la risposta allora presto sarebbe il nulla anche per i quadrilaureati-master-super specializzati dato che questi poggiano,piaccia o meno,sull'opera e la base costituita da tutti gli altri operatori del settore primario e non e' che con una generazione ferma senza lavoro e prospettive anche in questo campo(da non tralasciare ,anche se fa un po' catastrofismo new age ,l'aumentata incidenza di disastri naturali massivi) poi si possa continuare imbellamente a correre qua e la' spensieratamente in lungo e in largo perche' si ha "il pezzo di carta" in tasca...
In sintesi: sarebbe auspicabile una maggiore % di informazioni/esperienze inerenti situazioni di lavoro anche di "essere umani comuni",magari solo diplomati e disposti anche a non ricoprire ruoli dirigenziali e a non avere in ufficio la pianta di ficus e la poltrona rilegata in pelle umana di fantozziana memoria...